Intervista ad Andria, medico del PS: “A Isili un clima collaborativo”

Gianfilippo Andria, 43 anni, cagliaritano, laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Cagliari e specializzato in Medicina d’Urgenza all’Università Federico II di Napoli. Dal mese di giugno presta servizio al Pronto Soccorso di Isili, ha raccontato all’Unione Sarda la sua esperienza in un ospedale dove “si lavora benissimo e il personale è sempre molto caloroso e accogliente”.

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Data:
05 Settembre, 2022

Dott. Gianfilippo Andria

Gianfilippo Andria, 43 anni, cagliaritano, laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Cagliari e specializzato in Medicina d’Urgenza all’Università Federico II di Napoli. Dal mese di giugno presta servizio al Pronto Soccorso di Isili, in uno degli ospedali del territorio della ASL di Cagliari, racconta al quotidiano l’Unione Sarda la sua esperienza in Pronto Soccorso, in un ospedale  dove il “personale è sempre molto caloroso, gli specialisti che ci lavorano sono dei professionisti molto accoglienti, c’è un clima collaborativo tra tutti i colleghi”.

Quando ha deciso di rientrare in Sardegna dopo gli studi a Napoli?

Sono tornato nell’Isola durante la pandemia, ho iniziato a lavorare all’ospedale SS. Trinità di Cagliari e poi al Binaghi durante l’emergenza del periodo Covid, sempre prestando attività al Pronto Soccorso.

Come è stata l’esperienza in trincea durante la pandemia?

Con i colleghi del Pronto Soccorso abbiamo fatto attività di accettazione dei pazienti Covid, è stata una straordinaria esperienza sia umana che formativa. Con i colleghi con i quali ho lavorato capita ogni tanto di rivedersi durante i turni dell’ospedale SS. Trinità di Cagliari.

Quando invece è iniziata l‘esperienza  a Isili?

Dal 20 giugno sono stato assunto nel Pronto Soccorso di Isili, tramite una graduatoria dell’AO Brotzu nella quale ero inserito. Per completare l’orario copro anche i turni del Pronto Soccorso di Muravera (P.O. San Marcellino) e di quello di Cagliari (P.O. SS. Trinità). E’ capitato che mi chiamassero anche a Nuoro quando hanno avuto necessità per carenza di personale per via delle ferie o delle positività Covid.

Allo stato attuale i medici di Pronto Soccorso, in tutta Italia, sono merce rara, molto ricercati e considerati quasi degli eroi.

Purtroppo sono stati fatti in passato tanti errori di programmazione a livello di scuole di specializzazione. Io, ad esempio, ho scelto di andare a Napoli perché le borse di studio in Sardegna erano poche. Inoltre, molti colleghi preferiscono lavorare in un reparto più tranquillo, perché qui al pronto Soccorso si fanno le urgenze e i turni notturni, per alcuni è un lavoro troppo logorante.

Come e quando ha scelto di andare a Isili?

Avevo indicato come scelta di essere assegnato alla ASL di Cagliari, mi hanno proposto un impiego nel Pronto Soccorso dell’ospedale di Isili e di fronte ad un contratto a tempo indeterminato non si può mai dire di no.

Come si trova a Isili?

Mi trovo benissimo, il personale dell’ospedale è sempre molto caloroso, gli specialisti che ci lavorano sono dei professionisti molto accoglienti, c’è un clima collaborativo tra tutti i colleghi. Anche gli abitanti sono sempre molto gentili, mi fermano per chiedermi da dove vengo, per conoscermi meglio.

Quali sono le tipologie di pazienti che arrivano più frequentemente al Pronto Soccorso del PO San Giuseppe Calasanzio?

Sono soprattutto pazienti con ferite importanti da traumi o da lavori domestici, come tagli con attrezzi per il bricolage, ma in verità non sai mai cosa aspettarti quando sei in turno. Ad ogni modo, c’è sempre a disposizione un’ambulanza medicalizzata del 118 e con i colleghi c’è una grande collaborazione, ci si dà una mano gli uni con gli altri e questo aiuta moltissimo nel lavoro.

Come trova questa esperienza che sta vivendo in un piccolo centro della Sardegna?

Qui si può lavorare tranquillamente, è meno caotico rispetto alle grandi città, non sei sempre sotto pressione come a Cagliari. Ci possono essere delle criticità a lavoro, ma l’assenza di alcune figure fa sì che ci si metta in gioco ogni giorno. Tutti si spaventano per la strada da percorrere e la lontananza, o per l’orario di lavoro, perchè è difficile staccare alle 20 precise quando hai una persona davanti che necessita assistenza. Ma in realtà è interessante che per ogni paziente venga fatta una valutazione accurata e si decia se ricoverarlo qui o se mandarlo direttamente a Cagliari. Devo dire che è un’esperienza molto sfidante.

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Ultimo aggiornamento

05 Settembre, 2022